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"La sconosciuta della Senna" è la maschera mortuaria realizzata a Parigi alla fine dell'Ottocento sul cadavere di una giovane suicida che si diceva annegata nella Senna (probabilmente invece una ragazza morta di tubercolosi). Il suo sorriso enigmatico ha affascinato decine di scrittori e artisti, tra cui Rilke, Camus e naturalmente Horváth, che la inserì nel suo mondo di quotidiano squallore, in una città senza nome che sembra Vienna, attraversata da un fiume sempre senza nome che - a dispetto del titolo - sembra il Danubio. La sua sconosciuta è senza un soldo in tasca, dorme su una panchina e va mendicando e raccontando bugie sul suo misero stato; crede nell'amore «che fa bene e male» e s'innamora a prima vista di un protagonista maschile (Albert) che ha tutta l'aria di volersi ammazzare, e al quale lei, curiosamente, decanta la bellezza della vita. Intorno, un ambiente da bassifondi abitato da figure innocenti ma non troppo, in cui tutti sono pronti a levare il dito accusatore sul più debole, e che nel teatro sociale di Horváth è sempre terreno fertile del nascente nazismo. Una commedia scritta nel 1933 che è uno spaccato sociologico con slarghi di "realismo magico", tassello imprescindibile del recupero editoriale di questo immenso autore.